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GIAPPONE. RADIAZIONI NUCLEARI OLTRE I LIMITI. ALMENO DUE NELLA CENTRALE COLPITI DA RADIAZIONI MORTALI
 

 

L'emergenza durerà mesi e la paura aumenta ogni giorno. Stamane si era parlato di un livello di 10milioni di volte il consentito. I tecnici erano fuggiti. ma dopo un esame sembra che siano "solo"centomila di volte.

 

I tecnici dicono che a società che gestisce gli impianti  non ha dato le notizie corrette ed adesso si teme la rottura del reattore e la contaminazione peggiore  a quella di Cernobyl. 

 

 

 

Intanto tre lavoratori esposti alle a un alto numero di raggi beta, due finiscono in ospedale per ustioni

  

Tre lavoratori sono stati esposti a radiazioni di alto livello giovedi mentre posavano il cavo sul travagliato impianto nucleare di Fukushima Daiichi, e due di loro sono stati portati in ospedale a causa di possibili ustioni da radiazioni ai piedi, secondo l’agenzia di sicurezza nucleare e il gestore dell’impianto.

 

 

I tre uomini tra i 20 ei 30 anni sono stati esposti a radiazioni pari a 173-180 millisievert nei pressi della turbina del reattore n. 3. L’esposizione a 100 millisievert è il limite per i lavoratori delle centrali nucleari prima di dichiarare lo stato di crisi, ma il limite è stato alzato a 250 millisievert per la tragedia in corso in Giappone.

 

CHI - I due ricoverati sono operai di un’azienda appaltatrice della Tokyo Electric Power Co. ‘s che avevano i piedi sott’acqua durante l’esecuzione dei lavori.

 

A loro sono state diagnosticate possibili ustioni causate da raggi beta, e saranno inviati all’Istituto Nazionale di Scienze Radiologiche della Prefettura di Chiba entro venerdì per rimanerci circa quattro giorni. Secondo TEPCO, mentre i lavoratori si trovavano in una pozza di 15 centimetri di profondità, l’acqua radioattiva può aver penetrato i loro dispositivi di protezione.

 

L’azienda ha poi aggiungento che le ustioni sono causate da esposizione diretta ai raggi beta. I tecnici indossavano tute protettive, maschere complete facciali e guanti di gomma. Le radiazioni sulla superficie della pozza si attesta a 400 millisievert per ora, mentre in aria raggiunto è arrivata a 200 millisievert.

 

MA - TEPCO però mercoledì ha detto non vi era alcuna pozza sul sito e che il livello di radiazione era solo intorno a un qualche millisievert.

 

 

I lavoratori non hanno misurato la quantità di radiazioni prima di iniziare il lavoro di posa dei cavi il giovedi, secondo l’azienda. Dopo l’incidente, i lavoratori che lavoravano intorno al reattore n. 3 sono stati evacuati.

 

Momenti di panico aveva creato la notizia, come detto ad inizio dell'articolo, che la radioattività dell'acqua al reattore n.2 della centrale di Fukushima fosse estremamente elevata e fosse pari a 10 milioni di volte i livelli normali.

 

Lo aveva riferito l'Agenzia per la sicurezza nucleare, secondo cui si era resa necessaria l'evacuazione immediata dei circa 500 tecnici al lavoro per raffreddare gli impianti danneggiati dal terremoto e dallo tsnumani dell'11 marzo. E la Tepco, il gestore della centrale nucleare di Fukushima, si scusa e ammette l'errore della sua stima.



Il livello di iodio-131 è talmente alto da far ipotizzare all'Agenzia che si sia verificata una fusione parziale del nocciolo. L'emergenza contaminazione dunque si fa sempre più acuta, mentre i tentativi di messa in sicurezza sono frenati dalla minaccia radiazioni: proprio oggi era in programma il passaggio dalle autobotti dei pompieri alle pompe elettriche per iniettare acqua nei reattori, per accelerare i tempi ed evitare così ulteriori ritardi. Le fonti di perdita di materiale nocivo restano ancora da individuare.



A rafforzare le preoccupazioni erano giunte  le parole del capo della Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, secondo il quale la crisi all'impianto giapponese potrebbe durare ancora settimane, se non addirittura mesi. "Siamo ancora lontani dalla fine dell'incidente", ha affermato Yukiya Amano, intervistato dal New York Times.



In questa situazione fonti del governo di Tokyo prospettano una riflessione generale sulla materia: "La priorità è orarisolvere l'emergenza di Fukushima, poi si dovrà fare una revisione ad ampio raggio sul nucleare", affermano a proposito di ruolo e poteri delle Authority di settore in Giappone che non esclude gli stessi operatori, tra cui la Tepco che gestisce l'impianto di Fukushima. Della riflessione faranno parte gli operatori, a maggior ragione dopo il comportamento e le misure non sempre dal carattere chiaro e appropriato messe in campo dalla Tepco, prima utility del Paese. Anzi proprio con la compagnia, le stesse fonti hanno ammesso che "ci sono state delle incomprensioni".



Il dramma di Fukushima ha indotto il movimento antinuclearista giapponese alla mobilitazione. Centinaia di persone sono scese in piazza oggi a Nagoya, nel centro del Paese, e a Tokyo per chiedere l'abbandono delle centrali nucleari. In una nazione dove i cortei di questo tipo sono sempre stati rari e poco partecipati, almeno 300 manifestanti si sono riuniti a Nagoya rispondendo all'invito di studenti preoccupati dalla situazione. "Non vogliamo un'altra Fukushima", hanno scandito i dimostranti chiedendo la chiusura della centrale di Hamaoka situata a 120 chilometri da Nagoya, sulla costa sud dell'isola di Honshu, e pure a rischio sisma. A Tokyo circa 300 persone hanno sfilato nel quartiere chic di Ginza scandendo slogan come "Non abbiamo bisogno del nucleare".