
Un'altra tempesta si abbatte sul calcio di casa nostra, già seriamente danneggiato dalle violente perturbazioni degli ultimi tempi. All'alba di stamane è scattata in tutta Italia un'importante operazione del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, coordinato dalla Procura di Cremona. Decine le perquisizioni e 18 le persone arrestate. Tra loro, anche Stefano Mauri, capitano di lungo corso della Lazio, e Oscar Milanetto, ex giocatore del Genoa attualmente in forza al Padova. L'inchiesta Last Bet sul calcioscommesse è passata alla fase due, ora gli obiettivi sono i calciatori della serie A che sarebbero coinvolti a vario titolo nelle combine che avrebbero determinato il risultato di alcune gare del massimo campionato nella stagione 2010-11.
La polizia è stata anche a Coverciano, dove la Nazionale di Prandelli sta preparando l'Europeo. Pare che abbia perquisito la stanza dell'ex difensore del Genova Domenico Criscito, oggi allo Zenit San Pietroburgo, uno dei possibili 23 della spedizione azzurra in Polonia e Ucraina. Criscito è indagato, insieme con gli ex compagni di squadra Sculli e Kaladze, per la partita giocata dalla squadra rossoblù contro la Lazio. Le forze dell'ordine a Coverciano: un'immagine forte che ben rappresenta lo stato dell'arte del pallone made in Italy.
Si pensava fosse una consuetudine di pochi, invece il caso si è allargato a macchia d'olio e ora sta minando le fondamenta del calcio italiano. Tutto cominciò poco meno di un anno fa, il 1° giugno del 2011, quando la Procura di Cremona decise l'arresto di Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, accusato di aver avuto un ruolo chiave in alcune partite truccate in serie B e Lega Pro. Già, pure di aver somminstrato dei calmanti ai compagni di squadra per "alleggerire" le loro prestazioni nel corso di una gara particolarmente importante. Roba da film giallo degli anni Ottanta.Ma non è finita qui. Perché a quanto risulta dalle ultime notizie battute dalle agenzie anche il tecnico della Juventus, Antonio Conte, sarebbe tra gli indagati. E stamattina avrebbe ricevuto la visita degli inquirenti in cerca di prove nel suo appartamento a Torino. Conte è stato coinvolto nelle indagini dalle dichiarazioni dell'ex centrocampista del Siena, Filippo Carobbio, che ha riferito ai magistrati di essere certo che l'allenatore leccese fosse al corrente dell'accordo per favorire il pareggio tra Novara e Siena. Storia dello scorso anno, quando l'allenatore dei bianconeri sedeva sulla panchina dei toscani.
Poi, la svolta, che fa intuire che il marcio era ben organizzato e strutturato e che, soprattutto, era molto più radicato di quanto ci si potesse aspettare (e sperare). Vengono arrestati a breve distanza l'uno dall'altro Beppe Signori, uno dei più forti attaccanti di sempre del calcio italiano, e Cristiano Doni, bandiera e capitano dell'Atalanta. Il rituale si ripete. Prima negano senza se e senza ma. Quindi ritrattano e in parte ammettono. Infine, le lacrime e la richiesta di perdono. Che però non viene accolta dai loro tifosi, che anzi prendono le distanze da quelli che fino a qualche giorno prima consideravano dei campioni senza tempo.
Il quadro si fa più chiaro e definito. Si mettono in relazione i bookmarkers asiatici con un gruppo di zingari che avrebbero fatto da tramite con i calciatori del campionato italiano. Il sistema è ormai chiaro: i giocatori compiacenti accettavano di "sistemare" gli incontri in cambio di denaro, tanto denaro, che veniva girato loro da criminali senza scrupoli al soldo della mafia internazionale, che a quanto pare faceva capo al boss singaporiano Tan Seet Eng, ritenuto il capo dell'organizzazione e già colpito da procedimento restrittivo nel dicembre scorso. Nessun imbarazzo o rimorso di coscienza. I calciatori intascavano il pattuito e provvedevano a fare del loro meglio per rispettare i patti della vigilia. In alcuni casi, con azioni al limite del ridicolo. Un caso su tutti, quello dell'autogol dell'ex difensore del Bari, Andrea Masiello.
Un arresto dopo l'altro. Nel giugno 2011 erano state fermate 16 persone, tra le quali i già citati Paoloni e Signori, ma pure Marco Micolucci e Vincenzo Sommese. Lo scorso dicembre erano finiti invece in manette altri 17 indagati, tra i quali Filippo Carobbio, Luigi Sartor e Carlo Gervasoni, un altro pentito chiave dell'inchiesta Last Bet. Oggi, l'ultimo capitolo, con l'arresto di personaggi illustri del calcio italiano, vedi Stefano Mauri e Oscar Milanetto e le perquisizioni agli appartamenti di Domenico Criscito e Antonio Conte. Tante le partite al vaglio degli inquirenti, tanti i fatti e le circostanze ancora da chiarire.
Chi pensava che il calcio italiano avrebbe vissuto un'altra estate calda, aveva visto giusto. E, come si diceva, non finisce qui. Perché se la giustizia sportiva seguirà la giurisprudenza in materia di illeciti di questo genere, è assai probabile che a farne le spese saranno anche e soprattutto le società che avevano in forza i tesserati colpevoli di aver favorito le combine. Con penalizzazioni più o meno importanti, certo, ma pure con retrocessioni e promozioni, come dire, non più consentite. Qualche esempio? Giusto per rimanere al massimo campionato, La Lazio potrebbe dire addio all'Europa League conquistata sul campo. Il Siena potrebbe fare un passo indietro importante nella classifica della serie A e quindi scendere in B al posto di una delle tre squadre condannate dai risultati. Magari il Cesena, più del Lecce, che a sua volta rischia grosso.