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CALCIOSCOMMESSE.ARRESTATO BEPPE SIGNORI: COINVOLTI DONI E BETTARINI - VIDEO
 


1 giugno 2011

Calcio scommesse: arrestato Beppe Signori 

Nei guai due commercialisti bolognesi

 

Sono sedici i professionisti (o ex) finiti agli arresti, di cui tre a Bologna.

28 le persone indagate, tra cui Stefano Bettarini e Cristiano Doni dell'Atalanta, oltre al presidente del Ravenna Gianni Fabbri e altri dello staff tecnico della stessa squadra

 


 

   

 

Per condizionare i risultati delle partite davano dei calmanti ai calciatori in modo che giocassero al dì sotto delle loro possibilità. È uno degli aspetti emersi nell’indagine sul calcio scommesse che ha portato stamani a 16 arresti in tutta Italia. In manette, tra gli altri, anche l’ex capitano della Lazio, del Bologna e attaccante della Nazionale, Beppe Signori.

 

   

L’ex bomber avrebbe scommesso 150 mila euro sulla partita Inter-Lecce dopo aver ricevuto garanzie sull’esito dell’incontro. Signori è nella sua casa di Bologna, in pieno centro storico, agli arresti domiciliari.

 

   

Il fattoquotidiano.it ha provato a contattarlo, ma il bomber stava ancora aspettando la telefonata dell’avvocato. Ha riagganciato, ovviamente.

 

  

Secondo gli inquirenti sarebbe il leader indiscusso dell’organizzazione: “Beppe Signori”, si legge nell’ordinanza,  ”è leader indiscusso per ragioni di prestigio personale del gruppo di Bologna. Il suo nome non deve essere pronunciato o deve essere pronunciato con cautela. Si preferisce parlare di ‘Beppe nazionale’ o di colui che ha segnato 200 goal in Serie A”.



Indagate anche 28 persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, tra cui Stefano Bettarini e Cristiano Doni, storico capitano dell’Atalanta quest’anno promossa in serie A.



Nell’inchiesta sono coinvolti calciatori, ex calciatori, titolari di agenzie di scommesse, e liberi professionisti. Gli arresti sono stati eseguiti anche dalla polizia delle Questure di Bari, Como, Bologna, Rimini, Pescara, Ancona, Ascoli Piceno, Ravenna, Benevento, Roma, Torino, Napoli e Ferrara. Sono stati perquisite ricevitorie oltre ad uno studio di commercialisti.

 

A Bologna agli arresti sono finiti anche Francesco Giannone, commercialista, e Manlio Bruni, commercialista anche lui. La posizione più grave dovrebbe essere quella di Giannone, considerato dagli inquirenti il raccordo tra un’organizzazione che operava sulla piazza di Bologna e un’altra che invece operava a Pescara.

 

 

Tra gli indagati il presidente del Ravenna Gianni Fabbri, il vice Antonio Ciriello, l’allenatore Leonardo Rossi e il preparatore portieri Nicola Santoni.

 

   

I responsabili sono stati individuati a seguito di una complessa serie di riscontri da parte della squadra mobile della Questura di Cremona che, dopo un’attività investigativa protrattasi per circa sei mesi ha individuato, tra le altre, “le responsabilità in ordine a un grave evento verificatosi in occasione di un incontro di calcio disputatosi al termine dello scorso anno” a Cremona.

 

   

Le indagini della polizia hanno scoperto un contesto ben più ampio collegato ad alcuni soggetti gravitanti nel mondo del calcio che, secondo gli investigatori, in ragione di conoscenze e di contatti diretti ed indiretti, erano in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all’estero.

 

 
Dall'inchiesta sul calcio scommesse è emerso che gli arrestati avrebbero condizionato negli ultimi mesi il risultato di alcuni incontri dei campionati di serie B e di Lega Pro. La magistratura di Cremona ha emesso sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e nove agli arresti domiciliari.

 

   
Secondo l'accusa, gli sportivi erano parte integrante di una vera e propria "organizzazione criminale" nella quale ognuno aveva specifici compiti e ruoli, il cui obiettivo era quello di manipolare gli incontri a loro vantaggio.

 

   

Gli indagati, secondo l'indagine, sarebbero anche riusciti a condizionare alcune partite, attraverso accordi e soldi.

 

 

La Squadra mobile di Ascoli ha invece arrestato il difensore dell'Ascoli Vittorio Micolucci, il centrocampista Vincenzo Sommese e Gianfranco Parlato, ex giocatore di Serie B e C e attualmente collaboratore del Viareggio Calcio. 

 

 
Un tariffario per le partite. Secondo il gip di Cremona, Guido Salvini, dalle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte partite di calcio truccate «emerge l’esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite». «Il 24 marzo , uno degli indagati - scrive il gip - afferma al telefono che i prezzi «sono alti» e che «la B in giro la pagano 120 la C la pagano 60».

 

 
«Che si tratti di un riferimento alla corruzione appare pacifico - annota il giudice - in quanto subito dopo l’indagato afferma agli Zingari (uno dei gruppi di scommettitori ndr.) facciamo pagare il Sassuolo», ed è «evidente che gli Zingari», secondo il gip,» intendevano andare nell’albergo ove era ospitato il calciatore del Sassuolo Quadrini Daniele con i suoi compagni, per pagare il prezzo della loro corruzione».

 

   

«Sia la frequenza delle manipolazioni, sia l’attitudine del gruppo ad occuparsi di tutte le serie di calcio, è indice di una spiccata capacità a delinquere del sodalizio. - scrive il gip - L’abitudine alla `combine´ e il poter disporre di giocatori fissi sui quali contare, lo evidenzia la stessa terminologia ricorrente tra i compartecipi : quando parlano del numero dei giocatori corrotti, che influiranno sul risultato della partita, gli stessi vengono definiti `nostri, quasi come fossero un supporto stabile, un bene dell’organizzazione». 

 

   

Alcune delle persone coinvolte nell’inchiesta sul calcio scommesse puntarono anche sulla partita Inter-Lecce del 30 marzo scorso, ma gli andò male. Come emerge infatti dall’ordinanza firmata dal gip di Cremona Guido Salvini, Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese attualmente al Benevento, arrestato nell’inchiesta della Procura di Cremona, aveva fatto credere ad altre persone che sarebbe riuscito a contattare alcuni giocatori del Lecce per «combinare» la partita.

 

Sulla partita era stato scommesso che l’Inter avrebbe dovuto vincere segnando almeno tre gol, ma il match terminò «con il risultato finale di 1-0».

 

 

Custodia cautelare anche per Mauro Bressan, 40 anni, ex centrocampista di Fiorentina, Genoa, Venezia, Foggia, Bari, Cagliari e Como è stata notificata oggi nella sua abitazione di Cernobbio dalla squadra mobile comasca.