E' arrivato oggi il grande momento per Federico Balzaretti ed Eleonora Abbagnato che questo pomeriggio si sposeranno alla Cappella Palatina.
Un matrimonio fra due persone sotto l'occhio dei media per le professioni che fanno ma è un matrimonio d'amore fra due persone belle anche nella vita privata.
Eleonora Abbagnato è una stella, anzi una Etoile, che vive di luce diretta e che non ha bisogno di vivere della luce riflessa del compagno calciatore ed atleta.
Già, perché Eleonora Abbagnato è la prima ballerina dell’Etoile di Parigi e se arrivi, da italiana, in una terra sciovinista come è la Francia, ad un simile livello significa che non sei solo brava. Di più !
Ed Eleonora è stata sostenuta in questa sua passione fin da piccola dai genitori, Elio e Piera, che hanno creduto in lei e l'hanno mandata piccolissima a farsi le ossa all'Opera di Parigi, dove ha studiato con caparbietà e dedizione diventando prima ballerina di fila e poi trasformandosi in Etolile del corpo di Ballo dell'Opera.
Ricordiamo che Balzaretti è già stato sposato ed è il papà di due bimbe che lui adora e che a loro volta sembrano adorare Eleonora.
Al matrimonio questo pomeriggio oltre ai compagni di squadra, ci sarà il difensore della Nazionale e della Juventus , Giorgio Chiellini che, con Mattia Cassani, farà da testimone allo sposo ed il direttore sportivo del Catania, Pietro Lo Monaco, zio della etoile.
Non mancheranno i comici palermitani Ficarra e Picone, che hanno recitato con la ballerina, gli stilisti Stefano Gabbana e Domenico Dolce che hanno realizzato l’abito della sposa.
E ancora Renzo Rosso patron di Diesel, la conduttrice tv Simona Ventura e pare anche Claudio Baglioni.
Porteranno all'altare le fedi le due figlie di Balzaretti, Lucrezia e Ginevra, avute dalla precedente moglie.
Dopo il sì, sposi e invitati tutti a Mondello, circa 190, alle Terrazze per il ricevimento, che è affidato a due cuochi siciliani, il palermitano Filippo La Mantia (un esclusivo ristorante al Majestic di via Veneto a Roma) che sarà collaborato da un altro chef di grido, Natale Giunta.
Il menu sarà cosi composto:
Assaggini di cibo di strada
Ggambero rosso di Mazara con Sorbetto di arancia sanguinella
Parmigiana con cioccolato di Modica
Timballetto di anelletti al forno
Pasta col pesto di agrumi e bottarga di tonno
Tonno "ammuttunatu"
Maialino di suino nero dei Nebrodi laccato al miele di zibibbo di Pantelleria
insalatina di pomodorini e capperi
Trionfo di pasticceria
sfoglie di cannolo
Cassatine
e torta nuziale a sorpresa
"Ci ha fatto conoscere" racconta Eleonora "Nino, il nostro parrucchiere. Lui sosteneva che Federico sarebbe stato perfetto per me e ci ha fatto incontrare a sorpresa. La prima cosa che ho pensato? Questo è un ragazzo diverso dagli altri. E, dopo il primo bacio, è iniziato il nostro percorso per la vita".
Eleonora ricorda con emozione il momento in cui Federico le ha chiesto di sposarlo: "Quando mi ha fatto la proposta a Parigi, io gli ho risposto Sì, lo voglio. Sì, ti voglio''.
La passione ha coinvolto anche il forte difensore del Palermo che ha dichiarato : "Sono follemente innamorato di Eleonora e so che sarà così per sempre. Vorrei subito un figlio da lei. L’amore che ha donato alle mie figlie [Lucrezia e Ginevra, nate da una precedente relazione] è cosa rara. Saranno proprio loro a portarci le fedi all’altare".
Ed ecco come si racconta Eleonora in una intervista del 2010
Ero triste, ma salutai tutti con la mia faccia tosta
Palermo, 1989. All'aeroporto di Punta Raisi c'è una bambina bionda: le hanno appeso al collo un cartellino con su scritta la destinazione. Charles De Gaulle, Parigi. Papà Elio e mamma Piera la salutano, le dicono che arriverà in un posto bellissimo. La favola di Eleonora Abbagnato, première danseuse dell'Opéra Garnier di Parigi, comincia così. «Dentro scoppiavo di tristezza, ma salutavo tutti con la mia faccia tosta. Non c'erano ancora voli diretti, in quel momento ero un pacchettino che doveva essere consegnato alle mie future famiglie: l'Opéra di Parigi e i Manoury».
I Manoury sono la famiglia francese che per 7 anni ha avuto la custodia della piccola Eleonora. Quasi un'adozione, suggerita dall'Opéra di Parigi, per «francesizzare» i suoi allievi stranieri. «Francois e Laurent con i quattro figli Barthélemy, Capucine, Wandrille e Zoe, sono stati per me come una seconda famiglia», svela l'étoile siciliana, un groviglio di eleganza e di acciaio, che a 11 anni è salita su quel volo da borsista all'Opéra, per conquistare, dieci anni dopo, il ruolo di prima ballerina.
Nel suo cielo, insieme alla danza, c'era scritto anche quel destino della famiglia «allargata». Già a tre anni Eleonora sperimentava il suo primo «affido». Mentre la madre lavorava, l'amica di famiglia Marisa Benassai la sorvegliava e nel frattempo le dava le prime lezioni di danza nella scuola di quartiere. Più tardi anche Claude Bessy, storica direttrice della scuola dell'Opéra di Parigi, le avrebbe fatto da pigmalione e da mamma insieme. «Ero considerata la chouchou, come dicono i francesi, la cocca di mamma. Quante invide tra le compagne di corso, figurarsi, un'italiana nelle grazie della direttrice! Eppure Claude mi seguiva in modo amorevole».
Fino a 18 anni Eleonora Abbagnato ha vissuto avvolta nell'atmosfera rarefatta dell'École de Danse de l'Opéra. Sveglia alle 8 di mattina, a scuola fino a mezzogiorno. Poi sei ore di allenamento ogni pomeriggio, una cena leggera e a letto non più tardi delle nove di sera. La «normalità, in quegli anni disciplinati, era rappresentata dalla famiglia Manoury. «Ogni venerdì sera mi venivano a prendere al collegio. Molte volte durante i weekend mi portavano nella loro splendida casa di campagna con il fiume e invitavano tanta gente: non ci si annoiava mai con tutte quelle feste, il senso dell'ospitalità li rendeva molto simili ai miei genitori», ricorda Eleonora in un momento di pausa tra una tournée e l'altra nel giardino della casa dei suoi genitori, in Sicilia. All'epoca della scuola tornare a Palermo, dalla propria famiglia, era sconsigliato dagli stessi insegnanti, per non interrompere la «naturalizzazione» della futura étoile dell'Opéra amata da coreografi come Roland Petit, William Forsythe e Pina Bausch.
I compiti a casa, la merenda, la buonanotte: per sette anni il tetto di casa è stato quello di «papà» Francois. «Naturalmente sapevo che la mia famiglia, quella a cui ero legata con il sangue e con il cuore era in Sicilia. Ho sempre avuto un rapporto intenso con mio padre, ne ero gelosa fino alla follia. Mi ricordo quella volta che a Lipari lo vidi sedersi su una roccia vicino a due turiste. Avevo quattro anni, ma quella visione mi sembrò insopportabile: mi precipitai su quello scoglio per sedermi tra lui e le due donne», ricorda. Prima di tutto, però, ieri come oggi, c'era il suo lavoro, il suo sogno. «Sapevo dove volevo arrivare, ed ero disposta a tanti sacrifici per riuscirci, anche a star lontana dai miei genitori». Quello con la famiglia Manoury è stato un incontro fortunato, riconosce l'Abbagnato, che ancora oggi incrocia nel suo cammino aspiranti ballerine che affrontano il mondo della danza lontane dagli affetti familiari. «Mi ricordo le messe domenicali insieme a Neully». Poi subito, dopo, un aneddoto stonato. «Ecco, quello che proprio non sopportavo era quando cucinavano per tutti noi bambini hamburger e patatine fritte, mentre Francois e Laurent mangiavano salmone e foie gras!». Una convivenza positivamente formativa, dove l'étoile ha sperimentato la responsabilità, il senso di appartenenza e di condivisione. «Ero la più grande dei "figli". Quando volevano uscire io rimanevo in casa con i quattro bambini, mi sentivo la loro babysitter e mi piaceva molto. Tra l'altro il bambino più grande era bravissimo a disegnare e preparava per me i disegni che avrei dovuto portare a scuola. Il maestro dell'École rimaneva incredulo sapendo quanto fossi negata con carta e matita. Invece "papà" Francois mi regalava spesso dei libri per migliorare il mio francese».
Poi, a 18 anni, Eleonora è andata a vivere con il fidanzato e collega al Teatro dell'Opéra Jérémie Bellingard. Un passaggio atteso, quasi un debutto a scoppio ritardato nella vita per una ragazza fino ad allora tutta scuola e «famiglia». «Negli anni trascorsi a scuola non ho mai desiderato giocare con le bambole, fare shopping, andare in discoteca, truccarmi, fare una bravata o una "fuitina": casomai desideravo proprio scappare da tutto quello che non era la danza, il mio unico interesse era ballare». Anche da maggiorenne, la famiglia «adottiva» ha continuato a star vicina a Eleonora e l'ha seguita in tutti i suoi passaggi più significativi, dalla nomina a coryphée nel 1999 fino alla consacrazione come Première Danseuse nel 2001. «Ancora oggi ci scambiamo sms di auguri prima delle festività natalizie, pasquali e in prossimità delle vacanze estive. Li invito frequentemente agli spettacoli, anche se hanno già quasi visto tutti i miei ruoli più importanti. E Francois, quando viene a trovarmi in camerino, si ricorda sempre di portarmi un mazzo di fiori. Zoe, la figlia più piccola, mi scrive spesso, anche soltanto: "Ele ci manchi"».
Michela Proietti
09 agosto 2010